Letto a gennaio 2025
Un’eredità di avorio e ambra, Edmund de Waal
La trama (dal sito Bollati Boringhieri)
Un’elegante vetrina nella casa londinese di Edmund de Waal contiene 264 sculture giapponesi di avorio, o legno, non più grandi di una scatola di fiammiferi, raffiguranti divinità, personaggi di ogni tipo, animali, piante. La vetrina è aperta, e i piccoli figli di de Waal possono estrarre i netsuke così si chiamano i minuscoli oggetti – e giocarci. Come facevano, ha scoperto l’autore, i piccoli figli di Viktor e Emmy von Ephrussi, suoi bisnonni, nel boudoir della madre, in un fastoso palazzo viennese della Ringstrasse, un secolo fa. Prima che Hitler entrasse in trionfo a Vienna e avessero inizio le persecuzioni e i saccheggi nelle case degli ebrei. Ebrei di Odessa erano appunto gli Ephrussi, commercianti di cereali e poi banchieri ricchi e famosi quanto i Rothschild, con ville e palazzi sparsi in tutta Europa. Quello di Vienna, dove i netsuke arrivano nel 1899 da Parigi – dono di nozze ai cugini di Charles Ephrussi, famoso collezionista, mecenate, storico dell’arte, amico di Renoir, Degas, Proust – conteneva tante e tali opere d’arte che i minuscoli oggetti fuggirono all’attenzione dei razziatori nazisti. Affascinato dall’eleganza, dalla precisione, dalle straordinarie qualità tattili delle sculture, l’autore decide di ricostruire la storia dei loro passaggi da una città all’altra, da un palazzo all’altro, da una mano all’altra.
Ricostruisce così anche la storia romanzesca della sua famiglia.

L’autore (dal sito Bollati Boringhieri)
Edmund de Waal è uno dei più importanti ceramisti al mondo e le sue porcellane sono ospitate nei maggiori musei. Il suo memoir, Un’eredità di avorio e ambra (Bollati Boringhieri 2011) è stato pubblicato in trenta lingue e ha vinto il Costa Biography Award e il RSL Ondaatje Prize, ed è stato finalista al Duff Cooper Prize, al Jewish Quarterly Wingate Prize, al PEN/Ackerley Prize, al Southbank Sky Arts Award for Literature, all’Orwell Prize e al BBC Samuel Johnson Prize. Abita a Londra con la sua famiglia
Il nostro verdetto
Uno dei rari (e preziosi) classici scritti dopo il 2000. E su questo siamo stati tutti d’accordo.
Saga familiare, romanzo storico, è soprattutto un libro in cui Arte e Storia vanno a braccetto: praticamente non si tocca terra.
Con uno stile garbato ed elegante, de Waal ci ha trascinato in una storia di famiglia che ha un sapore unico non solo per la parabola che racconta, ma che per la verità che ci
restituisce.
Seguiamo gli Ephrussi, celebri banchieri ebrei originari di Odessa, ma che devono la loro fortuna a Parigi, dall’Olimpo alla decadenza nell’arco del 20. secolo; eppure, tra le macerie, si respira tutto il fascino della bellezza. Le pagine dedicate al gusto raffinato e alle amicizie di Charles Ephrussi rimangono indimenticabili: sembra che la sua figura abbia ispirato Proust, e che compaia come personaggio nei quadri di Renoir.
Tutti d’accordo anche sul fatto che a conquistare il nostro cuore siano state nonna Elizabeth e la sua domestica.
Non manca certo il tono nostalgico della Mittleuropa, ma è soprattutto un libro sul valore affettivo degli oggetti, che hanno una storia a sé da raccontare, testimoni di legami
familiari scomparsi, di piccole cose catalizzatori di sentimenti.
Da non perdere.
Gabriella D’Ippolito
Un’eredità di avorio e ambra
The hare with amber eyes
Edmund De Waal
Traduzione di Carlo Prosperi
Bollati Boringhieri, 2012
450 pagine
ISBN 978-88-339-2341-3