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Buongiorno con….

Bambini che mangiano uva e melone

Bartolomé Esteban Murillo
1645-50
Alte Pinakoteke- Monaco di Baviera

Descrizione dell’opera

Due bambini si stagliano su uno sfondo scuro. Sembrano due scugnizzi, con gli abiti strappati,senza scarpe, i piedi sporchi e sono entrambi intenti a mangiare della frutta. Il bambino sulla destra, seduto su uno sgabello, aggredisce il melone con una certa compostezza, tagliando la fetta successiva solo dopo aver mangiato quella precedente: ce lo suggeriscono le scorze del frutto per terra , le tracce dei morsi sulla fetta che tiene in mano e la presenza di un’altra fetta, nella mano del suo amico.

Maneggia il coltello a serramanico con disivoltura (notate con che nonchalance lo impugna, con la stessa mano con cui assicura il melone sulle ginocchia), ha la bocca piena e un seme che gli sporca una guancia.

Il suo amico, per contro, sembra assalito da una fame vorace: è seduto sul pavimento, un braccio appoggiato sullo sgabello, l’altro levato in alto per consentirgli di ingozzarsi d’uva, del tutto ignaro del cesto pieno che ha di fianco.

Anche questa voracità contribuisce alla sensazione di povertà che aleggia in tutto il dipinto, accentuata da vari dettagli: oltre agli abiti laceri dei bambini e alla loro sporcizia, possiamo notare il manico rotto del cesto e le due mosche sul melone, ad indicare un ambiente malsano e fatiscente. La stanza è desolatamente spoglia, lo sgabello rozzo, il pavimento nudo. Anche la palette è piuttosto cupa, cosi come la luce è tenue e smorzata.

Nel trattamento della luce, Murillo dimostra di conoscere bene Caravaggio: l’illuminazione, che proviene da sinistra, modella le due figure, facendole emergere dallo sfondo scuro e facendo risaltare la camicia del secondo ragazzino e il melone, gli unici due tocchi di colore chiaro, all’interno della tela. Anche la natura morta del canestro con l’uva è una citazione del Merisi (La Canestra di frutta su tutte), cosi come la naturale spontaneità della scena.
Tuttavia, la delicatezza della pennellata di Murillo sposta l’atmosfera della scena dal piano del dramma a quello della tenerezza. Per quanto poveri, laceri e sporchi, questi ragazzini mantengono uno spirito scanzonato e divertito, come si nota dallo sguardo d’intesa che si scambiano, mentre mangiano. E uno sguardo che prima incuriosisce (“sta’ a vedere che hanno rubato la frutta!”), poi intenerisce fino alla commozione e che fa dei due bambini, affamati ma non per questo dimentichi della solidarietà, della condivisione e dell’amicizia, un simbolo di speranza e di fiducia nell’umanità intera.