Dopo il grande successo della retrospettiva alla Fondation Vuitton di Parigi («David Hockney 25», oltre 900mila visitatori), conclusasi a fine agosto, l’instancabile sperimentatore britannico tornerà ad esporre nella primavera del 2026 a Londra, e alla Serpentine North Gallery, dove sarà raccolto per la prima volta un vasto corpus di opere recenti.

Negli ultimi anni, David Hockney ha mostrato come la tecnologia possa diventare un’estensione naturale della pratica artistica: in particolare, durante il primo lock-down per il Covid-19 del 2020. l’artista ha prodotto in poche settimane oltre cento immagini digitali, cogliendo con rapidità e precisione i mutamenti della natura. Le sue opere, realizzate con una tavolozza vibrante e luminosa, ricordano quelle degli impressionisti, ma si distinguono per una freschezza pop e una sintesi visiva immediata.
Nella mostra, in programma dal 12 marzo al 23 agosto 2026, si potranno vedere, oltre alle composizioni realizzate dall’artista con l’iPad durante la pandemia di Covid-19, cicli come «Sunrise», dedicato all’alba, o la suggestiva «Moon Room», che riflette l’interesse di Hockney per il trascorrere del tempo e i giochi di luce.
Uno dei pezzi forti sarà «A Year in Normandy» (2020-21), un fregio lungo novanta metri che mostra l’avvicendarsi delle stagioni nell’ex studio di Hockney in Normandia e ispirato all’Arazzo di Bayeux, il panno di lino ricamato lungo 70 metri dell’XI secolo raffigurante gli eventi che portarono alla conquista normanna dell’Inghilterra, dopo la battaglia di Hastings nel 1066 (manufatto che dovrebbe tornare sul suolo britannico nell’autunno del 2026, dopo mille anni, per essere esposto al British Museum).

Nato a Bradford, nello Yorkshire, nel 1937, Hockney è ancora una delle voci più autorevoli dell’arte contemporanea. Emerso negli anni Sessanta come protagonista della nuova scena britannica, ha attraversato generi, tecniche e linguaggi restando sempre fedele al suo sguardo figurativo, curioso e sperimentale.
I suoi non sono solo dipinti, ma vere e proprie meditazioni visive che invitano lo spettatore a rallentare, osservare e celebrare la bellezza quotidiana, fatta di cieli cangianti, stagioni che passano e momenti fugaci che diventano eterni sulla tela – o sullo schermo.
L’ingresso alla mostra sarà gratuito, in linea con la vocazione democratica della Serpentine, che punta ad abbattere ogni barriera tra l’arte e il pubblico.
Alessandra Dardes